sabato 15 marzo 2008

crispeddi di risu catanisi(crispelle(frittelle) di riso alla benedettina

Il monastero dei Benedettini di Catania,aveva una rilevanza notevole per la nobiltà catanese e di tutta la Sicilia.Entravano in questo monastero solo i figli cadetti(legge salica) delle famiglie di altissima nobiltà,portando in dote feudi ,dei quali era difficile saperne la vastità ,tanto erano estesi, argenterie pregiate,soldi sonanti ecc....ma il monastero era anche fulcro della cultura isolana grazie la sua bibblioteca, e la bellezza e vastità dell'edificio.Nei "VICERé" di de Roberto al capitolo 6 troviamo descritta la giornata conventuale .I monaci infatti facevano l'arte di Michelasso:mangiare, bere ed andare a spasso.Il momento clou della giornata era il pranzo,e deRoberto cosi ci racconta delle cucine e delle ricette:lavoravano nelle spaziose cucine come una caserma,non meno di 8 cuochi,oltre gli sguatteri.Ogni giorno i cuochi ricevevano da Nicolosi quattro carichi di carbone di quercia,per tenere sempre accesi,i fornelli e solo per la frittura il Cellario di cucina consegnava loro,ogni giorno,4 vesciche di strutto,di 2 rotoli ciascuna,e 2 cafissi d'olio:roba che in casa del principe bastava per 6 mesi.Icalderoni e le graticole erano tanto grandi che si poteva bollire tutta una coscia di vitella e arrostire un pesce spada sano sano;sulla grattugia 2 sguatteri,agguantata ciascuno mezza ruota di formaggio,stavano un'ora a spiallarvella:il ceppo era un tronco di quercia che due uomini non arrivavano ad abbracciare,ed ogni settimana, un falegname, che riceveva 4 tarì e mezzo barile di vino per questo servizio,doveva segarne 2 dita,perchè si riduceva inservibile dal tanto trituzzare.In città la cucina dei Benedettini era passata in proverbio:il timballo di maccheroni con la crosta di pasta frolla,le arancine di riso grosse ciascuna come un mellone,le olive imbottite,i crespelli melati ,erano piatti che nessun'altro cuoco sapeva lavorare;e poi pei gelati,per lo spumone,per la cassata gelata, i Padri avevano chiamato apposta da Napoli don Tino,il giovane del caffè di Benvenuto.Di tutta quella roba se ne faceva poi tanta,che ne mandavano in regalo alle famiglie dei Padri e dei novizi,e i camerieri rivendendo gli avanzi,ci ripigliavano giornalmente quando 4 quando 6 tarì ciascuno,ecc...Dal 1977 il monastero è sede universitaria della "facoltà di lettere".

Ricetta:crispeddi di risu catanisi alla benedettina

Ingredienti per 6 persone;300 gr di riso.1litro di latte,100gr di farina 1 limone oppure 1 arancia,200gr di miele di zagara,20 gr di lievito di birra,100gr di zucchero,cannella , strutto sostituito oggi da olio evo,sale.Cuocere in acqua bollente il riso per 10 minuti, sgocciolatelo e completare la cottura in 1 litro di latte bollente,con una presa di sale.Quando il latte sarà tutto assorbito, spegnere il fuoco e lasciare intiepidire,quindi incorporare la scorza di limone o arancia grattugiata,un pizzico di cannella, ,la farina il lievito disciolto nel latte rimasto e lo zucchero,amalgamare e coperto lasciate riposare per almeno un'ora.Friggere a cucchiaiate il composto in abbondante strutto,(olio evo).Sgocciolate le crespelle, disporle in un piatto da portata,irroratele con il miele di zagara sciolto a bagnomaria.Vino:Moscato di Noto.

AUGURI A TUTTI I GIUSEPPE DELLA TERRA!










16 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava Narcella hai fatto un bel lavoro certosino sia per la storia che per la ricetta anch'essa un pò complicata ma di sicuro gusto.

Ciao e buon fine settimana!

nino ha detto...

Ciao, Marcella
mi sa he mi cimenterò,
se si te l'ho farò sapere.
Buon fine settimana
Nini

Cookie ha detto...

Ciao Mars, la ricetta è stupenda come sempre e la storia del monastero affascinante. Grazie per avermela raccontata. Ciao!

Momotina ha detto...

Dev'essere una squisitezza, peccato che io non riesca a friggere, lo faccio davvero di rado e quando lo faccio mi innervosisce... perciò cerco di evitare, però questa me la segno, non si sa mai!
Però questi monaci, facevano una vita mica male!
Ecco da dove deriva il detto di mia nonna, romagnola doc! La sua versione però è: la vita ad Michilaz, bè, magnè e no fè un ca**... Ahahah
Un po' più volgare, ma di effetto!!!

Buon fine settimana
Ciao 0_0Tina

Mikamarlez ha detto...

Anch'io friggo raramente, ma questa la provo..me la segno...buon fine settimana. Lety

alessia ha detto...

Marcella ma quante cose sto imparando venendo a far visita al tuo blog grazie!!! e complimneti perchè alla passione per la cucina unisci l'arte e la storia!!!! Queste frittelle di riso poi.... le proverò sicuramente baci e buon fine settimana!! Alessia

Mirtilla ha detto...

bravissima nella descrizione delle origini del piatto e nella preparazione!!!
io per san giuseppe pensavo di postare le famose Zeppole...vediamo se riesco a prepararle,il
pupo ha la febbre e tutto il tempo libero mi va solo di dedicarlo a lui

Anonimo ha detto...

MI sono mancate le tue ricette
ciao, Francesco

Anonimo ha detto...

Buona Domenica Marcella!

ComidaDeMama ha detto...

Bravissima Marcella, anche oggi mi gusto uno dei tuoi post! In questi giorni ho moltissimi ospiti e sono lontana dalla rete. Buon inizio di settiimana, te lo auguro con un po' di anticipo ^_^

Tatiana ha detto...

Ho giusto preso il riso per fare le frittelle ieri ehehehe

GràGrà ha detto...

bella questa descrizione..... bravissima! e te lo dice una catanise ;)

unika ha detto...

queste frittelle con il miele io non le conoscevo...ne ho fatte altre di riso e anche la torta di riso...ma devo dire che la consistenza non ha avuto per me grande successo:-)
Annamaria

Ely ha detto...

bellissima la ricetta accompagnata dalla storia :-) e queste crespelle slurp!!!! ora mi stampo l'articolo e me lo leggo con calma, buona settimana!!!!

laGallinainCucina ha detto...

Bravissimi e stupende storie.
Ps
ho raccolto le violette, ho fatto delle foto ma....sono riuscita a farle bruciare in forno!

Viviana ha detto...

Adoro CATANIA!!